Me l'avevano detto, eppure me l'avevano detto che “dopo” c'è il jet-lag. Sei fuori di qualche fuso... Barcolli. Io non ci credevo: “dopo”, dicevo, dormo! Altro che... “Vedrai, ti mancherà...”.
Sono in pieno jet-lag. Come se avessi fatto il giro del mondo tre volte e mezzo.
“Ti mancherà, la campagna elettorale, corri di qui, rispondi là, riunioni, volantini... Poi improvvisamente le ore vuote”: non sono sicura, sicurissima, che sia quello. Ho un mese di lavoro arretrato, la scrivania è un incubo, ho mollato la presa sulle amministrazioni e nessuno 'sto mese ha scucito una lira, di ore vuote non se ne parla.
Abbiamo consegnato la regione alla destra. Non sarà questo, piuttosto, il mio jet-lag? Io che vanto (ohssì, che lo vanto!) un appello al voto firmato Anpi e oggi faccio i conti con la ministra che cassa la Resistenza dai libri di storia. I fusi orari che mi mancano sono in questo abisso tra il “vento francese” e quello romano, tra Obama e Polverini.
Mi hanno detto che alle case occupate di via Spalla sta arrivando la corrente elettrica. Da quando sono andata da loro (ne ho scritto, in questo blog), sono saliti anche sul tetto dell'Acea. Mancavano pochi giorni alle elezioni, vento francese e aria di Bonino. Insomma: gli hanno dato l'allaccio, le ultime notizie che ho avuto sono che facevano una colletta per acquistare il cavo di collegamento. A dita incrociate. Anche gli occupanti di via Volontè (ho concluso la mia campagna elettorale insieme a loro, venerdì scorso) erano a un passo dalla soluzione del problema: un residence per anziani costruito (coi soldi della regione) e abbandonato, ci stanno da due anni. Ho di nuovo trovato bella gente in queste case, coi problemi delle collette, il cancello da rifare, il futuro da rimettere in piedi. A dita incrociate.
Eccolo, il jet-lag. Stavo imparando i loro problemi. I problemi dei consultori. I problemi della “pillola del giorno dopo” che i medici della mutua non segnano, i farmacisti non danno. Un popolo di pubblici obiettori con cui fare pubblici conti. Stavo imparando i problemi del cinema, quelli delle sale che chiudono, dei monopolii che imperano, dei precari che devono cercarsi altri lavori perché l'industria della settima arte è un'industria con la “disoccupazione a singhiozzo”, non si tira avanti.
Ho fatto la campagna elettorale tra autobus e metrò, la macchina non avrei saputo dove mollarla. Senza manifesti. Senza bugie. Forse non si fa così...
Chi è senza jet-lag scagli la prima pietra.
1 commento:
1) tolto la Resistenza dai libri di scuola
2) bloccata la "pillola del giorno dopo" in Piemonte
3) manifestazione SS a Nettuno
4) epurati tre conduttori dal Tg1
...
sono solo 24 ore che hanno vinto...
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