Maria Luisa Busi ci ha messo la faccia: lei, conduttrice storica del Tg1, che all'Aquila non c'è stata a far da parafulmine a Minzolini e che ora è rimasta a dividersi il video delle 20 con Attilio Romita, si è scrollata di dosso tutte le restrizioni imposte dalla Rai (che dai suoi dipendenti vorrebbe solo silenzio) e in una intervista a Repubblica dichiara che la “cacciata” di Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso, ma anche quella del caporedattore Massimo De Strobel, è una “rappresaglia”. Senza mezzi termini.Rappresaglia perché si sono rifiutati di firmare quel documento fatto girare al Tg1, in solidarietà con Minzolini (87 firme su 160 redattori) dopo il “caso Mills”, assolto mediaticamente dal principale tg pubblico. Una “lista”, rosa e nera: promossi i firmatari, cacciato chi non c'è. E si comincia dai più noti, per dare l'esempio. Dice Minzolini che vuole “rinfrescare” il volto del tg, che con lui perde ascolti a rotta di collo (è arrivato al 26%). Le bugie hanno le gambe cortissime, e Minzolini non si ricorda neppure che De Strobel non è un “volto”: da 18 anni era l'uomo-macchina che faceva funzionare il Tg1 come un orologio, sotto tutti i direttori.Nei corridoi di Saxa Rubra, in parallelo con le epurazioni, si parla ad alta voce anche delle carriere e delle assunzioni, dell'esercito di precari fidelizzati, tutti riconducibili a quel famoso “documento” fatto girare in redazione da vicedirettori e caporedattori “fedeli”. Sempre quella storia: quando apparendo in tv per l'ennesimo editoriale Minzolini (nervoso come non mai, da far venire mal di testa ai telespettatori col suo ciondolare da un lato all'altro davanti alla telecamera) negava, negava, negava, proclamandosi per due volte “innocente”. Vittima, lui, di processi mediatici. Negava la notizia che è invece stata poi confermata dalla Procura: accusato di rivelazioni del segreto investigativo nell'inchiesta di Trani. Non rivelazioni al pubblico del Tg1 (come ci si potrebbe aspettare da un giornalista, ansioso di divulgar notizie), ma in una telefonata privata verso palazzo Chigi, mentre ancora scendeva le scale della Procura. Che fretta... Sempre quella storia: quando proprio a Paolo Di Giannantonio, ora rimosso dal video, toccò leggere i titoli dell’edizione del 26 febbraio, quando David Mills venne appunto “assolto” dal Tg di Minzolini. Ma Di Giannantonio non ha firmato. Non è andato nella stanza di Francesco Giorgino (ora in attesa di prendere il posto della Ferrario), che raccoglieva “autografi”, come invece hanno fatto Filippo Gaudenzi (già promosso caporedattore centrale con delega alla cronaca e alla redazione Internet) e Mario Prignano (ex giornalista di “Libero” assunto pochi mesi fa come vice caporedattore del politico, e subito premiato a caporedattore responsabile di Internet). Prignano vanta un record: è stato lui a scrivere per primo “Mills assolto per prescrizione”, bisticcio incomprensibile di norme di legge.Al Tg1 sono passati molti direttori “con l'elmetto”: da Bruno Vespa dei tempi della “Dc editore di riferimento”, a Clemente J.Mimun. Tutti hanno voluto accanto a se' i più fidati. Nessuno ha mai scatenato la “caccia all'infedele” in redazione, come ora fa Minzolini. L'epigono, il meno accreditato, il più nervoso, che nasconde le notizie, le falsifica (sotto elezioni ha trasformato una - deprecabile - lettera di insulti al cardinale Bagnasco in una missiva con minacce di morte), spesso le tace, il direttore che ha trasformato il tg della sera in un rotocalco rosa. Si comincia a sentir dire che Minzolini esagera: anche la “normalizzazione” ha i suoi tempi. Si cominciano a sentir altri nomi per quella poltronissima, come Antonio Preziosi, giovane, misurato, che il premier aveva indicato per la direzione del giornale radio. Altra classe...P.S. In attesa di vedere Francesco Giorgino al tg delle 20,30, merita una segnalazione il fatto che il fratello, Nicola, avvocato di Minzolini (lo ha accompagnato al tribunale di Trani) ce l'ha fatta: è stato eletto sindaco di Andria.
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giovedì 1 aprile 2010
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