martedì 2 marzo 2010

L'informazione pre-elettorale con il bavaglio

Via Michele Santoro. Via Giovanni Floris. Via persino Bruno Vespa: lo ha deciso il Consiglio d'amministrazione. E La7 risponde zittendo Gad Lerner. Perché? Le elezioni. E perché mai sotto elezioni la gente non deve sapere? Perché “L'Infedele” non può raccontare lo scandalo della truffa telefonica (che coinvolge Telecom, editore di la7)? Perchè “Porta a porta” non può aprire il suo salotto? Perché “Annozero” e “Ballarò” non possono alzare il velo sui problemi della crisi, della società, del lavoro? Quando spira aria elettorale, si tace. L'Italia va in bolla. Per editto, non succede più nulla: niente crisi, niente problemi sociali, niente problemi sanitari. Figuriamoci poi i problemi politici! I telespettatori vorrebbe sapere cosa è successo al tribunale di Roma, dove il Pdl non ha depositato la lista? E cosa è successo a Formigoni a Milano? E alla lista radicale nelle Marche? Attenersi al comunicato ufficiale, nei tg. Forse.Nel nome della par condicio i tg si fanno striminziti, insopportabili. E “per fortuna” che c'è qualche fattaccio: un terremoto devastante, la tempesta perfetta, anche soltanto un po' di cronaca nera... Sai che noia la sfilata di faccioni al tg, con il giornalista che anziché gli appunti osserva il cronometro?Il Consiglio d'amministrazione della Rai ha decretato lo stop ai talk-show. Nessuna legge glielo imponeva. Nessun telespettatore ne sentiva la necessità. E tanto meno gli spettatori-elettori. Qualcuno dovrebbe ricordare ai signori della tv che gli spettatori non sono soltanto portafogli per gli spot, ma cittadini. E che l'informazione è una ricchezza, non un peso.Perché poi per i politici (non per la politica) l'informazione sia un fastidio, sta ai cittadini giudicare...

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