La notizia arriva secca come una fucilata: Michele Santoro lascia la Rai. Accordo consensuale.
Nella nota dell'ufficio stampa di viale Mazzini, diramata al termine del Consiglio d'amministrazione, si aggiunge che: “l'accordo consensuale, che deve essere implementato attraverso contratti applicativi che saranno messi a punto nei prossimi giorni, prevede la realizzazione di nuovi progetti editoriali che verranno realizzati da Michele Santoro nei prossimi due anni. Rai continuerà quindi ad avvalersi della collaborazione di Michele Santoro che - conclude la nota - in questo modo, avrà la possibilità di sperimentare nuovi generi televisivi attraverso un ulteriore sviluppo del proprio percorso professionale”.
Un comunicato che dice tutto e dice niente. Ma che accende persino troppi rimandi. Il clima intorno a Santoro è incandescente da anni. La cacciata. I processi. Il ritorno ordinato dal giudice. E poi le censure. Le polemiche sempre. L'allontanamento di Vauro nei giorni del terremoto. Il contratto a Marco Travaglio che non passava la firma. Gli scontri con il dg Mauro Masi. Lo stop elettorale.
Ed è nei giorni del bavaglio elettorale, come talvolta accade nei momenti di massima crisi, che la pressione censoria è esplosa in una notte di inattesa libertà (televisiva): Raiperunanotte, il programma di Santoro realizzato al paldozza di Bologna e trasmesso dalle tv locali, dal satellite, soprattutto da una rete di grandi, piccoli, piccolissimi, improvvisati siti web ne hanno fatto un evento. E forse qualcosa di più: hanno aperto una finestra alternativa alla tv. L'hanno spalancata.
Difficilissimo calcolare gli ascolti, ma non impossibile: ed è così che è stato calcolato uno share del 13%. Clamoroso.
Un'esperienza che non può essere abbandonata a se stessa.
Il freddo comunicato aziendale lascia spazio solo a congetture. Anche Bruno Vespa, per capirci, ha un rapporto di questo tipo... Ma è troppo sperare che l'intento di Santoro e della sua squadra sia di rilanciare quella rete che, dal satellite al web, ha riaperto i giochi sul futuro della tv?
A sentire i boatos di queste settimane, del resto, Santoro è già a caccia di una redazione: si è parlato persino di quella dismessa di Red, piano terra di Palazzo Grazioli, dalle cui finestre si vede l'accesso secondario alla residenza del premier...
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martedì 18 maggio 2010
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1 commento:
si dibatte molto in queste ore sui soldi che prenderà Santoro per andarsene. 2,7 milioni di buonuscita, altre 7 per produrre 7 docufiction in due anni...
non so com'è, ma la discussione mi appassiona poco.
penso alla Rai che butta soldi dalla finestra, che butta una gallina dalle uova d'oro come lui fuori dalla porta.
che perde la Bignardi (torna a La7), piaccia o non piaccia. che chiude Neapolis, oscura Rainews24, cancella il programma di libri di Neri Marcoré. Spedisce (forse) sulle reti digitali i programmi per bambini di Raitre...
Penso alla distruzione della tv pubblica...
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