Occuparsene per fare soldi, tanti soldi. Sciacalli. Sciacalli veri, non come i disgraziati che ad Haiti rubano nei supermarket per non morire di fame, e invece muoiono per una scatoletta rubata, uccisi da vigilantes che non si fanno scrupoli. Signori sciacalli, con lo yacht in Sardegna, che ridevano mentre nei paesi devastati la gente scavava a mani nude per cercare gli amici, i vicini di casa, sperava nel miracolo in mezzo all'orrore.
Dice Piscicelli al telefono: “...eh certo...io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto”. E l'altro: “...io pure...”. Che faccia avrà fatto il “maresciallo” che faceva l'intercettazione e che ha sentito per primo quelle parole? Perché c'è da provar vergogna nel solo sentirle... Stefano l'altro giorno, alla manifestazione a L'Aquila, la rabbia per quelle frasi se l'è scritta addosso, sulla maglietta: “Alle 3 e 32 io non ridevo”. Non c'è mica bisogno di aggiungere altro.
E allora tornano in mente anche altre storie di un anno fa, quando eravamo a mollo in una ipocrisia pelosa: e quando Vauro venne allontanato dalla Rai perché aveva disegnato un povero cristo che portava la sua croce nel terremoto. Quale fu la vignetta che fece scattare la censura? Quella in cui diceva: “C'è chi scava per seppellire le vittime. E chi scava per seppellire le responsabilità”. O forse quell'altra: “Gli sciacalli si aggirano tra le macerie. I lupi invece aspettano gli appalti della ricostruzione”. Certo, la satira aiuta a pensare...
2 commenti:
La satira urla molte volte per far risuonare la voglia di giustizia verso fatti che l'informazione ignora per i motivi che sappiamo.
Quello che sta venendo fuori dai verbali dell'inchiesta e soprattutto dalle intercettazioni dovrebbe far riflettere gli italiani, se fossero ancora in grado di pensare, a chi stanno delegando la costruzione del loro futuro.
Buona giornata
Vauro, per ora l'unico che ha pagato.
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