mercoledì 14 aprile 2010

L'isola degli sfruttati

Quanti chili ha perso Sandra Milo? E' questa, ovviamente, la domanda che attanaglia l'Italia. Quel bel viso del tempo che fu ridotto malamente dagli anni e dal sole, senza veli alla telecamera. Cosa non si fa per lei: si affrontano stuoli di zanzare e mari in tempesta, ci si accontenta di pasti scarsi, giacigli di fortuna, tutto per “rubare” un'immagine indiscreta. “Come stare al fronte”, per non perdere un minuto del gioco insensato dell'Isola dei naufraghi più o meno famosi. “In prima linea” sotto il tiro incrociato degli zanzaritos.
Questo linguaggio guerresco è di Giorgio Gori, patron della Magnolia, co-produttrice della Rai
per “L'Isola dei famosi”: si riferisce con questi termini alla “professionalità” che si attende dai telecineoperatori, che in quelle condizioni devono lavorare su turni lunghi per non tradire le aspettative del pubblico che vogliono anche sentire la diva quando russa nel sonno.
Gori ha tirato fuori queste definizioni quando tra i tecnici dell'Isola è iniziata a montare la protesta e, in Italia, i loro colleghi hanno fatto eco con sit-in davanti a viale Mazzini contro le condizioni in cui le troupe sono chiamate a lavorare per mamma Rai.
Le sue parole danno il segno di quanto vale il lavoro, e la professionalità vera, per i padroni della tv: perché i telecineoperatori sono una categoria di precari. Se uno non ci sta, avanti un altro. Un ingaggio di 40 giorni per una produzione Rai è un lusso: 120 euro a giornata per convivere con un gruppo di ex-vip disposti a tutto per una nuova occasione. Un lavoraccio, senza dubbio, vista anche la differenza di fusi orari per le dirette, i capricci dei divi e quelli del tempo: sta qui, anche, la professionalità, nell'inquadratura migliore nonostante tutto. Ma nel tutto-compreso dei tecnici, però, non è previsto di lavorare davvero come in zona di guerra, anche quando il turno finisce...
“L'Isola”, stavolta, ha strappato il velo su un mondo che non è quello dei vip: alla ribalta sono arrivati i lavoratori dietro le quinte, quelli ai quali è vietato persino protestare. E la loro protesta di precari, che rischiano di non vedersi rinnovato l'ingaggio se alzano la testa, per una volta almeno ha “rubato lo schermo” all'idiozia dello show.
(da www.radioarticolo1.it)

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