giovedì 8 aprile 2010

Andate a lavorare!

Disoccupati? Basta rimboccarsi le maniche: il lavoro c'è. E' questo il messaggio che, dopo essere rimbalzato nei mesi scorsi da “Il Giornale” a “Panorama” (con tanto di pubblicazione di “offresi” posti di lavoro), approda ora niente meno che al Tg1. Con ordine, la cronaca...

Secondo le ultime rilevazioni Istat a febbraio c'erano 2 milioni e 127 mila persone in Italia in cerca di occupazione. Il dato della “inoccupazione” tra i 15 e i 64 anni è sette volte tanto: 14 milioni 933 mila tra giovani, donne e uomini. Una girandola di numeri. Quel che vien fuori è che va sempre peggio: sono calati gli occupati rispetto a gennaio, sono 395mila in meno rispetto a un anno fa, febbraio 2009, quando la crisi già mordeva stretto. Numeri che “non fanno più notizia”.

Bontà sua, il Tg1 qualche sera fa ne ha dato conto. In modo stringato, ovviamente: ha riportato la notizia che la disoccupazione a febbraio è all'8,5%... “Ma....”. E già: scoop! Augusto Minzolini ci ha informati dal primo tg italiano che nel settore dell'artigianato, tra orafi, falegnami e calzolai, ci sono 23mila posti di lavoro vacanti. E non si trova nessuno disposto a fare l'apprendista. Come usa nella neo-televisione, giro di interviste in strada. La prima ad un ragazzone. Lavori in questo momento? Lui ci pensa un po' su, poi “no”, ammette. Perché non vai a fare l'apprendista? “Veramente in questo momento gioco a pallone”. Risposta sibillina che strappa insieme riso e indignazione: ma come? Praticamente il Tg1 ti offre un lavoro su un piatto d'argento... Seconda e terza intervista: un ragazzo e una ragazza più giovani del primo, che sembrano fermati fuori da una scuola. I loro sono due no secchi, lei spiega anche che non ha manualità. E forse in testa hanno il sogno di fare gli ingegneri spaziali...

Non sappiamo dove Minzolini abbia trovato quel dato sul numero di artigiani richiesti dal mercato, ma negli stessi giorni Anna Soru, presidente di Acta, associazione dei lavoratori del terziario avanzato, spiegava invece al Corriere della Sera che nel lavoro indipendente che va in fumo “c’è dentro un po’ di tutto, dai commercianti agli artigiani che chiudono, alle partite Iva”. E Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato in Lombardia, sosteneva che “i piccoli artigiani che non riescono a stare sul mercato sono spinti dalle circostanze a chiudere l’attività per andare avanti in nero. Parliamo di famiglie che in qualche modo devono pur campare”. Insomma. Un quadro fosco.

Il Tg1 enfatizza i 23mila posti di lavoro, mostra immagini di piccole falegnamerie in piena attività, ma non dice che in un anno ci sono 395mila disoccupati in più. Avverte comunque che si tratta di posti per apprendisti: riservati cioè a quei giovani che - come vuole la ministra Gelmini - lasceranno la scuola dell'obbligo un anno prima?

E come sorprendersi allora se la “buona notizia” del Tg1, anziché allietare, indigna?

(da www.radioarticolo1.it)

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