lunedì 21 giugno 2010

Il flop del digitale e la Rai al valium di Masi

Il flop del digitale e la Rai al valium di Masi

Ci mancava solo il digitale terrestre che “salta” alla fine del primo tempo della partita dell'Italia contro i kiwi della Nuova Zelanda, partita da cardiopalma, altro che goleada. Pluff... e Torino è andata al buio. Persino lo streaming di rai.it un disastro, correva voce fosse meglio quello di Al-Jazeera... La Rai sommersa di telefonate e di insulti.

Il digitale è stata una italica jattura. Solo la “sospensione” elettorale (Milano è stata digitalizzata solo a voti amministrativi scrutinati, e probabilmente non per caso) ha fatto tirare il fiato qualche mese fa ai teledipendenti-tecnologicamente-non-autonomi (ma anche a quelli che si son stufati di smanettare ore per mettere a posto i canali): poi però la tv delle bizze, da reimpostare ogni tre per due, è ripartita in mezza Italia. Ai centri anziani e nelle sale d'attesa della mutua è uno degli argomenti più “quotati”: chi ha inutilmente cambiato l'antenna, chi si è segnato il numero del “tecnico” vicino al telefono, chi si è arreso e capta solo le tv locali.

Ma il disastro tecnologico è solo un costone della frana...

Lasciamo perdere Minzolini, che fa romanzo a sé: se le “minzolinate” finirono nei vocabolari come il gossip di chi alla bouvette della Camera orecchia gli onorevoli tra una pastarella e un caffè d'orzo, ora nella revisione del vocabolario andranno riscritte come il giornalismo di chi non solo non si sogna di guardare sotto il tappeto buono, ma manco racconta chi ci cammina sopra. L'ultima è stata la protesta degli aquilani. Desaparecida. E loro non lo hanno mandato a dire: ha fatto quasi più clamore la notizia non data al Tg1 della loro manifestazione, con l'autostrada bloccata.

I social-network sono diventati i luoghi d'aggregazione della protesta contro i programmi inopinatamente cassati dalla programmazione Rai, a partire da quelli per i bambini e via, via elencando. Sulla annunciata “riduzione” coatta del divano della Dandini e del programma di Saviano (meno serate = meno polemiche? Mah!) si affilano le spade dentro la Rai (minacce di dimissioni del direttore Di Bella) e fuori (gruppi organizzati).

Va a finire che il “caso Santoro” alla pari di quello del “doppio direttore” di Raitre (Ruffini/Di Bella: una poltrona per due) e di Rainews24 oscurata, son lì a scoppiettare come brace ardente, in attesa della pausa estiva: per i cinici, sono godibili boomerang di Mauro Masi, direttore generale che tutto butta all'aria pur di fare una televisione al valium. E quando si parla di lui a Roma si dan di gomito, per via di quella leggenda metropolitana che corre di bocca in bocca sul “terribile” d.g. sorpreso (sbattuto) fuori casa tra Campo de' Fiori e piazza Navona, con indosso un vezzoso pigiamino a orsetti: per altro risulta anche da un verbale della polizia (“lite animata”), che degli orsetti però non fa cenno.

Prossime puntate? Masi annuncia che non si dà per vinto. Il digitale per ora va al buio. Gli orsetti, chissà che fine han fatto.
(da www.globalist.it)

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